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Community organizer? Chi era Saul D. Alinsky?

Per spiegare in cosa consista la natura del community organizinge quindi il ruolo del community organizer, può essere utile partire dalla contestualizzazione storica della sua nascita e della sua prima evoluzione.
da Together is better di Simon Sinek
Il community organizing fa parte della tradizione sociale americana sviluppatasi negli anni Trenta. La comunità risulta essere l'elemento chiave e fondante della democrazia, dove poter avviare e stimolare processi di partecipazione, di riflessione e di presa di decisioni riguardanti la vita della comunità stessa. Tuttavia, data la frattura sociale del periodo storico e la scarsa partecipazione politica di quella parte di popolazione che più avrebbe beneficiato dell'introduzione di politiche sociali, la comunità non fu in grado di far emergere pienamente il proprio potenziale. 

A mettere a punto il metodo del community organizing fu il sociologo e attivista americano Saul David Alinsky. Radicale ed innovatore democratico "scomodo”, nato il 30 gennaio 1909 a Chicago, USA.

La formazione di Alinsky inizia con l'esperienza di ricerca sviluppata presso la Chicago School of Pragmatic Sociology e la specializzazione in criminologia e sociologia urbana con lo studio della "banda di Al Capone". L'analisi accademica manca però di stimoli per il giovane ricercatore che decide quindi di collaborare con l'Istitute for Juvenile Research, Chicago, in qualità di osservatore partecipante per studiare le attività criminali giovanili. Da questa esperienza nasce, nel 1934, il pionieristico Chicago Area Project, "allo scopo di organizzare comitati di residenti nei quartieri cittadini più poveri e degradati, puntando sulla responsabilizzazione e sul self-help comunitario per affrontare il drammatico problema della disorganizzazione sociale e della delinquenza giovanile" (Belotti, 2011).

E' però a Chicago nel quartiere di Back of the Yards che Alinsky comincia realmente a delineare il prototipo di quelle pratiche radicali che avrebbe poi sviluppato ed applicato negli anni successivi. L’intento di Alinsky era di difendere e rafforzare le comunità operaie di Back of the Yards, quartiere tutto impegnato nell'attività di macellazione ed impacchettamento della carne nella città capitale dell’industria agro-alimentare americana, dove non trovava spazio alcuna tutela tanto per il lavoratore quanto per il cittadino.

In questo contesto, diverso da tutti quelli in cui aveva operato fino ad allora, Alinsky riesce a realizzare qualcosa di apparentemente impossibile. Comunità etnicamente divise si trovano a collaborare tra di loro perché accomunate da un denominatore comune composto da obiettivi condivisi. Questo risultato è stato possibile anche per l'importante supporto dato dalla chiesa cattolica, le cui parrocchie locali rappresentavano il cardine della vita sociale.   
Questa esperienza porta all'esperimento organizzativo del Back of the Yards Neighborhood Council, il primo comitato comunitario a base allargata, democratico e multiscopo, rappresentativo degli interessi di tutte le forze sociali, i gruppi e le associazioni del quartiere. Nella Dichiarazione d'intenti del 1939, che sarebbe poi stata comune per tutte le organizzazioni di questo tipo, si legge:
"questa organizzazione è stata fondata con l’obiettivo di riunire tutte le organizzazioni presenti all'interno della comunità conosciuta come “Back of the Yards”, allo scopo di promuovere il benessere di tutti i residenti […] senza distinzioni di razza, colore o credo religioso, così che tutti possano avere l’opportunità di perseguire l’obiettivo di una vita in salute, sicura e felice mediante il modus vivendi democratico”.
(Alinsky, Reveille for radicals, 1942)

L'azione congiunta con i movimenti sindacati locali ha permesso il raggiungimento di importanti risultati tangibili tra cui maggiori servizi pubblici per il quartiere e maggiore dignità per gli operai nelle fabbriche.

Dato il successo di questa esperienza emerge il desiderio e la decisione di trasferire questa conoscenza ad altre contesti del paese caratterizzati da condizioni analoghe creando una fondazione appositamente orientata a questo scopo. Nel 1940, grazie al supporto economico di diversi attori lungimiranti, viene fondata la Industrial Areas Foundation responsabile della formazione degli organizzatori di comunità per promuovere ulteriori esperienze organizzative.
Le pratiche delineate da Saul D. Alinsky vengono oggi internazionalmente riconosciute con la metodologia del community organizing.
E quindi chi è che si fa esportatore di tale metodo? Il/la community organizer.
Michael Gecan, community organizer di New York e co-direttore della IAF, esprime bene il concetto nel suo libro "Going public: an organizer's guide to citizen action", 2004. L'organizzatore non è un consulente, un facilitatore, un consigliere, non fornisce servizi né beni, non è un politico o un attivista. L'intenzione è quella di comprendere le persone come animali sociali e politici senza aver timore di usare termini quali leader e potere, azione, confronto, negoziazione, relazione, organizzazione e compromesso.
Il community organizer è quindi la persona che, in un certo senso, è capace di riscoprire le comunità aiutandole a riscoprire sé stesse nel raggiungere obiettivi tangibili. Come? Costruendo relazioni durature basate sulla fiducia, imparando ad agire insieme, comprendendo che il percorso prevede continui momenti di disorganizzazione e riorganizzazione. Tutti tasselli che rispondono alla regola di ferro del community organizing: "non fare mai per gli altri quello che possono fare da soli". 


Alice Belotti, La comunità democratica. Partecipazione, educazione e potere nel lavoro  di comunità di Saul Alinsky e Angela Zucconi., 2011

Saul Alinky, Reveille for Radicals, 1942.
Michael Gecan, Going public:an organizer's guide to citizen action", 2004.
, Cosa succede se le comunità si auto-organizzano?, di Alessandro Profilio Italia che cambia, 27/01/2017.
Community organizer superstar. Alle origini dell'auto-organizzazione di comunità, di Chiara Buongiovanni, 29/11/2011.

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